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Architettura TCP-IP

L’architettura TCP-IP si discosta sensibilmente dal modello OSI, non solo per il diverso numero di livelli previsti (sostanzialmente ne prevede 4 invece che 7), ma soprattutto per il diverso significato associato al concetto di “livello”.

Nel TCP-IP l’impiego di una rigida stratificazione è vissuta come una vera e propria limitazione alla possibilità di utilizzare liberamente i servizi offerti dalle diverse entità (indipendentemente se queste sono o non sono tra loro adiacenti).

Per questo, l’architettura TCP-IP è stata pensata semplicemente come un’architettura gerarchica, in cui ogni livello intermedio può utilizzare il servizio offerto da uno dei livelli sottostanti per fornire a sua volta un servizio a un livello superiore.

Affrontare lo studio dell’architettura TCP-IP, cercando di mappare i protocolli che la contraddistinguono sullo schema proposto dal modello OSI, può dare origine a numerose forzature.

Alcuni protocolli dell’architettura TCP-IP riassumono in sé più livelli OSI, altri sviluppano solo una parte delle funzioni previste per un livello OSI.

Il problema maggiore nasce con i protocolli della famiglia TCP-IP che risultano incapsulati in protocolli di pari livello gerarchico (in pratica con quelle entità che utilizzano il servizio offerto da entità di pari livello).

Nell’architettura TCP-IP ciascun protocollo è responsabile delle singole funzioni.

Generalmente le funzioni svolte da un protocollo non sono replicate dagli altri protocolli.

Questa regola generale può risultare disattesa relativamente a funzioni particolari (la sicurezza dei dati trasmesso spesso è proprio una di queste “condizioni speciali”).

Alle unità dati utilizzate da ciascun protocollo sono associati nomi diversi, a seconda del livello a cui si riferiscono.

Di volta in volta sono indicate come pacchetti, segmenti, datagrammi, frame.

Le accomuna il fatto di essere costituite da un’intestazione e da un corpo. L’intestazione contiene i parametri caratteristici del protocollo.

Prima che l’unità dati venga consegnata al protocollo di livello inferiore, ciascun protocollo è responsabile di generare una propria intestazione, inserirvi i propri parametri, e infine aggiungerla ai dati ricevuti dal protocollo superiore.

Durante il processo il corpo del messaggio, contenente le informazioni passate dal livello superiore, non viene generalmente modificato.

L’architettura TCP-IP, con i protocolli che la compongono, rappresenta oggi lo standard de facto delle reti a commutazione di pacchetto.

Ogni comunicazione tra utenti Internet avviene attraverso le regole dettate da questi protocolli.

Il successo del TCP-IP è stato così generale che tutti i principali sviluppatori di software a livello mondiale hanno progressivamente abbandonato le altre soluzioni per passare a implementare applicazioni aziendali, critiche e non, solo su TCP-IP.

Il risultato finale è oggi costituito da una moltitudine di componenti software e hardware conformi a TCP-IP, installate su milioni di sistemi eterogenei, dai PC dell’utente domestico, ai sistemi server collocati nei grandi Data Center aziendali, ai dispositivi d’interconnessione che costituiscono il backbone dell’internet mondiale.

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